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Agricoltura 2040: i nuovi profili di agricoltore e le competenze da sviluppare oggi

April 12, 20212 min read

Cosa ci aspetta nel mondo agricolo tra vent’anni?
Una domanda che in passato poteva sembrare retorica, oggi è al centro del dibattito strategico europeo.

Il Joint Research Centre della Commissione Europea, nell’ambito delle attività legate al Green Deal, ha condotto uno studio approfondito per tracciare il possibile scenario agricolo europeo al 2040.

Il risultato è un’analisi non solo delle tendenze in atto, ma soprattutto delle nuove figure di imprenditore agricolo che nasceranno nei prossimi due decenni. Un cambiamento non solo tecnologico, ma culturale, sociale e operativo.

Dodici profili per raccontare il futuro

Lo studio individua 12 profili tipo di agricoltori, che rappresentano altrettanti modi di interpretare il cambiamento e la transizione ecologica.

Si tratta di profili reali, concreti, che mescolano innovazione, tradizione, attenzione al mercato e al benessere sociale. Alcuni di questi stanno già emergendo oggi. Altri si stanno formando e prenderanno forma nei prossimi anni.

Vediamoli per macro-categorie.

1. Gli innovatori: tra digitale, biotecnologie e smart farming

Questi agricoltori sono già proiettati nel futuro.
Guidano aziende agricole ad alta intensità tecnologica, utilizzano droni, sensori, intelligenza artificiale e software predittivi.
Conoscono le biotecnologie applicate alle colture, sperimentano sistemi fuori suolo, vertical farming, automazione.

Sono orientati all’efficienza, alla tracciabilità e alla produzione su scala.

2. Gli adattivi: sensibili ai cambiamenti, pronti a evolversi

Si tratta di agricoltori tradizionali che stanno aggiornando il proprio modello di business.
Riconoscono l’importanza del digitale, delle strategie di branding, della sostenibilità operativa.
Investono nella formazione continua, cercano di anticipare le normative, osservano con attenzione i mutamenti di mercato.

Non stravolgono il loro approccio, ma lo evolvono.

3. I visionari: il ritorno alla terra come scelta culturale

Una nuova generazione si avvicina all’agricoltura per scelta esistenziale, non per tradizione.
Sono imprenditori attratti dai valori dello slow food, della filiera corta, della qualità integrale, e vogliono costruire un modello agricolo etico, artigianale, orientato al benessere umano.

Per loro l’agricoltura è prima di tutto un progetto di vita.

Agricoltura tradizionale e innovazione: modelli a confronto (e a integrazione)

Lo scenario delineato dal Joint Research Centre non è “sostitutivo”.
L’agricoltura tradizionale non scomparirà, ma dovrà convivere con nuovi modelli:

  • Produzione in ambienti controllati

  • Sistemi idroponici, aeroponici e fuori suolo

  • Produzioni alternative e functional food

  • Integrazione con le energie rinnovabili

  • Nuovi modelli di filiera e consumo

È quindi necessario ripensare le competenze.
Serve un’agricoltura che non si limiti a produrre, ma che sappia analizzare, gestire, comunicare, pianificare e innovare.

Abbiamo 20 anni. E si comincia oggi.

Il 2040 non è domani, ma non è neanche lontano.
Le aziende agricole italiane hanno tempo per adattarsi, ma è fondamentale iniziare ora.

Chi saprà investire in competenze, tecnologie e visione potrà guidare il cambiamento.
Chi resterà fermo rischia di essere tagliato fuori da un mercato sempre più dinamico e orientato alla sostenibilità.

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